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Il ricorso al crowdfunding è recentemente diventata la go to strategy per le startup in cerca di capitali, simbolo per eccellenza della shared economy, che grazie alle sue caratteristiche riesce a sfruttare a pieno le possibilità offerte dal web 2.0.
La capacità di riunire persone, idee e progetti in tutto il mondo a dispetto dalla distanza ha dato agli innovatori una platea di investitori virtualmente illimitata. Questo moderno approccio a quella che una volta era la raccolta fondi trova applicazioni negli ambiti più disparati, rispondendo al “sogno” che la Silicon Valley ha impresso nei giovani imprenditori, ovvero di realizzare la propria idea senza investire capitali propri.
Anche se per certi aspetti potrebbe apparire una visione semplicistica, e di fatto potrebbe esserlo, il crowdfunding ha dato una forte accelerazione alla realizzazione di idee d’impresa, non soltanto innovative.
Tra le diverse tipologie di crowdfunding il più popolare tra il pubblico internazionale è il Reward Crowdfunding, reso celebre dalla piattaforma Kickstarter, che permette a singoli o imprese di chiedere supporto alla community in cambio del proprio prodotto e di una serie di ricompense per premiare la fiducia avuta nel progetto quando ancora lo sviluppo era in stato embrionale. Di solito la ricompensa è tanto maggiore quanto è il contributo dato anche se non sempre la relazione è così diretta. Il Reward Crowdfunding trova la sua dimensione ideale per finanziare progetti che richiedono un capitale relativamente ristretto, come per esempio la produzione di un primo lotto di prodotto sulla base di un prototipo funzionante.
Molto spesso a fare la differenza tra il successo e l’insuccesso di una raccolta è la forza della community che li supporta, o quanto esse riescano ad essere legate all’idea o al team proponente.
Il caso Critical Role: l’importanza della community
Particolarmente famoso è diventato negli Stati Uniti il caso della media company Critical Role che aveva chiesto alla sua community settecentocinquantamila dollari per realizzare due episodi di una serie animata basata sui loro prodotti. La reazione dei propri fan però fu a dir poco clamorosa e nel giro di quarantacinque giorni di raccolta fondi si sono trovati con a disposizione un budget di oltre undici milioni di dollari.
Questo esempio si rivela estremamente utile per capire la potenza che una community solida può avere nel successo di una campagna di crowdfunding, e come queste siano in grado di unire una gran varietà di persone per potare al successo un obiettivo comune. La principale debolezza di questo tipo di campagna è la difficolta nel presentare ai sostenitori progetti e prodotti troppo complessi, che pur stimolando la curiosità del consumatore finisco per spaventarlo allentando un possibile coinvolgimento.
Cosa è l’equity crowdfunding?
Altro tipo di raccolta fondi estremamente sviluppato, soprattutto nel mondo delle startup, è quello dell’equity crowdfunding. A differenza del reward crowdfunding, la società proponente non si impegna a fornire al contributore il suo prodotto o una ricompensa, bensì cede parte della propria società ai sostenitori, in proporzione al suo contributo, sulla base di una valutazione economica dell’azienda.
L’utente, non più un semplice acquirente come nel caso del reward crowdfunding, è un vero e proprio investitore che condivide le prospettive di successo così come le possibilità di fallimento.
Questa operazione potrebbe essere paragonata in termini di tipologia di attività alla tradizionale quotazione in Borsa, con dei costi decisamente minori e attività di due diligence più blande.
In concretezza l’equity crowdfunding porta alla presenza di tanti soci di minoranza con un conseguente apporto di nuova liquidità per la società, ma la chiusura con successo di una campagna necessita di tutta una serie di attività preliminari che la startup deve aver svolto, l’idea da sola, non è sufficiente per essere vincente.
La pianificazione finanziaria, comunicativa e strategica dovrà essere estremamente dettagliata in modo da rassicurare l’investitore e al contempo fornire garanzie e assicurare un buon grado di due diligence nel caso in cui l’investitore faccia richiesta di maggiori informazioni.
I numeri dell’Equity Crowdfunding
Ad oggi l’Equity Crowdfunding è l’unica forma di raccolta fondi disciplinata in Italia tramite regolamento CONSOB del 26 giugno 2013 ed è anche quella più sviluppata con oltre 80 piattaforme attive o in fase di lancio.
Il nostro Paese è stato il primo in Europa, e sostanzialmente nel mondo poiché negli U.S.A. già esisteva ma con forti limitazioni, ad introdurre questo tipo di normativa con una legge ed un successivo regolamento. Dopo diverse modifiche al regolamento si è registrato un conseguente impulso agli investimenti, infatti alla fine del primo semestre del 2018 l’equity crowdfunding ha raggiunto complessivamente un valore di 33,3 milioni di euro, con una raccolta di 20,9 milioni di euro solo nell’ultimo anno, oltre il triplo rispetto a quello scorso.
Nel 2020 tale tipologia di investimento ha subito gli effetti del momento di incertezza, registrando tuttavia ottimi risultati anche grazie ad un forte incremento dell’offerta per il mercato immobiliare e quella dei veicoli di investimento. A contribuire alla crescita dell’equity crowdfunding nel 2020 sono stati soprattutto i veicoli d’investimento, holding che investono prevalentemente in startup e pmi innovative: 23,7 milioni nel 2020 e 3.5 nel 2019.
Stando a questi numeri sicuramente tale tipologia di investimento può facilmente ingolosire chiunque ma è opportuno sempre giudicare se il modello di business funziona, se è ripetibile e scalabile, se il team è unito e motivato e altri elementi che una giovane impresa innovativa è tenuta a possedere. L’investitore potrà rivolgersi ad un portale autorizzato e registrato sul sito della Consob. Navigando sul portale l’investitore potrà reperire tutta la documentazione utile relativamente ad i suoi requisiti ed all’investimento per cui è intenzionato a proporsi.
Un altro fenomeno che sta prendendo rapidamente spazio nel mercato italiano è quello del crowdfunding immobiliare dove gli investitori possono acquistare quote di un’immobile che una volta messo a reddito e ristrutturato viene rivenduto ad un prezzo maggiore, portando un ritorno di investimento relativamente sicuro, grazie alla solidità del mercato immobiliare italiano e alla semplicità per gli investitori di comprendere l’oggetto del loro investimento.
I motivi del successo del crowdfunding
L’equity crowdfunding può offrire qualcosa in più oltre ai vantaggi finanziari. Può dare accesso ad un gran numero di persone che possono essere interessate ad un determinato progetto o all’impresa e tali soggetti potrebbero anche offrire conoscenze, informazioni ed know-how utili alle finalità che si tenta di perseguire. Il crowdfunding permette di verificare e convalidare l’idea o il progetto tramite la caratterizzazione del valore e può determinare una forte convalida del fatto che il mercato possa approvare tali ambizioni. Risulta essere sicuramente un metodo addizionale di finanziamento, non ha l’intento di sostituire del tutto i finanziatori istituzionali, ma grazie a questo metodo, è possibile ottenere termini e condizioni di miglior favore. Grazie a questo approccio basato sul network ed un contatto diretto, permette di interagire con la platea di investitori avendo numerosi feedback a costo zero.
Tale metodologia può avere un forte impatto anche per quanto riguarda il marketing, tramite strumenti come la “ricompensa”, i quali possono rappresentare un modo efficace per lanciare un nuovo prodotto, una nuova impresa, una sua espansione, puntando direttamente sulle persone che saranno probabilmente i futuri clienti.
In alcuni casi permette di “fare rumore” e suscitare interesse prima ancora che il prodotto sia entrato in produzione, prima ancora che abbia avviato il suo ciclo di vita all’interno del settore di mercato prescelto.
La raccolta collettiva e collaborativa di fondi presenta indubbiamente numerosi vantaggi ma, al contempo, dei potenziali rischi di cui bisogna essere a conoscenza. Come qualsiasi altra attività economica presenta un substrato comune del cosiddetto rischio d’impresa. Uno dei principali fattori che contraddistingue il crowdfunding, ma non tutte le tipologie di raccolta, è l’eventualità di dover restituire quanto raccolto agli investitori nel caso in cui non venga raggiunta la quota prefissata. Ad ogni modo ciò non esclude la possibilità di ritentare in un secondo momento, dopo aver migliorato ed implementato il proprio progetto o in un periodo di maggior favore da parte del mercato, difatti il tempismo rappresenta un componente principale del successo. Con il crowdfunding la proprietà intellettuale diventa di dominio pubblico così come la reputazione del team o del progetto, quindi soggette al rischio di ripercussioni negative in termini di immagine.
In poche parole, perché un progetto (qualunque esso sia) possa realizzarsi concretamente, deve convincere le persone a fidarsi e conseguentemente ad investire in ciò che si offre. Una buona campagna di equity crowdfunding, quindi, consente ad un pubblico selezionato di venire a conoscenza dell’idea e finanziarla in un’ottica di gestione semplificata, più immediata e meno costosa rispetto ai tradizionali bandi del legislatore (regionale, nazionale ed europeo). Negli ultimi tempi il numero di progetti che ricorrono a questa modalità e i risultati che raggiungono sono in costante espansione. Inoltre l’apertura in Italia di famose piattaforme estere di raccolta fondi è un segnale di forte crescita e rinnovato interesse.
Perché non avere un portale del made in italy che possa aiutare l’investitore medio italiano?
Attraverso un’idea ambiziosa ma non utopica e facilmente riconoscibile dall’utente si tenta di mostrare un significativo miglioramento o innovazione di un prodotto o servizio.
Un aspetto fondamentale di una campagna di successo è il cosiddetto storytelling, difatti la narrazione deve essere appassionante e fornire al lettore/cliente una sensazione di unicità ed esclusività. Attraverso questi due principali fattori, negli ultimi tempi si è notata un’esponenziale crescita dell’equity crowdfunding, il che denota una maggiore fiducia ed una propensione sempre più alta da parte dell’utenza di finanziare ed essere parte attiva di un progetto.
Nel corso degli ultimi anni ci sono state diverse campagne di successo italiane, raggiungendo numeri a 7 cifre, portando con se un’esponenziale possibilità di guadagno per chi ha optato per l’equity crowdfunding.
Il made in Italy
Nel 2020 c’è stata una presenza notevole sulle piattaforme di equity crowdfunding per tutti i settori per i quali il made in Italy è celebre nel mondo. Le startup e le pmi innovative di beauty, moda, design e food che hanno fatto ricorso ai finanziamenti da parte della “folla” per portare avanti i loro progetti di crescita sono state diverse e in totale sono state 27 le operazioni di equity crowdfunding concluse con successo in questi settori.
La raccolta complessivamente ha sfiorato i 10 milioni di euro con una media di 366mila euro per operazione.
Il food è il settore che più di tutti è ricorso a questo strumento, anche in virtù dei trend nell’anno della pandemia che hanno avuto un impatto importante nelle abitudini delle persone soprattutto nell’ambito alimentare, a partire dalla diffusione del servizio di delivery e di una maggiore attenzione alla qualità dei prodotti agroalimentari.
Il solo settore alimentare ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale con 15 deal su un totale di 27, oltre la metà delle operazioni concluse nel corso del 2020, per un valore complessivo di poco più di 5 milioni di euro. Il design si colloca al secondo posto tra i settori più attivi dal punto di vista dell’utilizzo dello strumento dell’equity crowdfunding con cinque round (Fresco Frigo Holding, Playwood, Ayuppie, Soldi Design e RD24) per un totale di un milione di euro raccolti.
Non è solo l’innovazione il motore del successo di questa parte della finanza innovativa, che comprende una vastità di settori e attività che riescono ad affascinare gli investitori, se ben raccontate verso l’esterno.
Le opportunità del mondo dell’equity crowdfunding, infatti, spaziano da prodotti o servizi legati al mondo green sino alla cura della persona, passando per l’assistenza socio-sanitaria ed i più ricercati beni di consumo.
Il costo per poter proporre una propria idea ai portali autorizzati è variabile, ed è legato alla tipologia di strategia che si vuole scegliere. Il costo dei portali di per sé è basso rispetto alla possibilità di raccolta, ma in alcuni casi la narrativa del progetto va rafforzata investendo in comunicazione sui canali strategicamente individuati.
Il fallimento di una raccolta in genere non rappresenta il fallimento dell’idea in sé, ma semplicemente può essere legato a diversi fattori del tutto scollegati alla bontà del progetto quali ad esempio possono essere delle metriche non correttamente acquisite e registrate, o semplicemente una strategia di comunicazione sbagliata.